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PARLANO DI NOI!
La magia dei cavalli e la ricerca dei tartufi
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Intervista a Marco e Maria Claudia
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Nel borgo di Lugnano in Teverina c’è un luogo magico per gli amanti dei cavalli e dei pony. Una distesa erbosa in cui il recinto è solo un perimetro di protezione, all’interno del quale questi maestosi animali sono liberi di pascolare. Cadiz, Contract, Tornatore, Marcus, Pongo, Cherie sono solo alcuni degli ospiti del Centro Ippico Le Ghiande curato da due istruttori di equitazione e addestratori di cavalli e di cani, Maria Claudia Pesaresi e Marco Ciocari.
È raro oggi incontrare dei giovani come loro, coppia nella vita e nel lavoro, motivati e sensibili al rispetto della natura e degli animali, con tanta determinazione nel trasformarlo in attività imprenditoriale, nonché nel trasmetterlo all’esterno. Infatti, ai bambini viene dedicato un centro estivo, affinché abbiano ancora l’opportunità di divertirsi in maniera sana, di imparare e di stupirsi, di comprendere come il rapporto con l’ambiente e gli amici di specie differenti sia retto da un equilibrio al di là del tempo, cui l’uomo ha il dovere di attenersi. È proprio attraverso lo studio e la conoscenza di tale equilibrio che Marco e Maria Claudia hanno organizzato il loro lavoro, recuperando una sapienza antica e preziosa nel territorio italico: la raccolta dei tartufi, funghi ipogei tuberiformi, di assoluto pregio gastronomico e apprezzati in tutto il mondo.
Abbiamo chiesto ai due giovani imprenditori di parlarci della loro scelta e delle attività che gestiscono.
Voi addestrate cavalli e cani; che tipo di rapporto si instaura tra voi e loro?
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Marco: C’è un prolungamento invisibile tra la tua mente e quella del cane o del cavallo, per questo loro comprendono il tuo stato d’animo e ne vengono condizionati. Lo vediamo nell’addestramento sia dei cani che dei cavalli (la doma), rispettando l’animale senza usare metodi invasivi. Non deve essere una costrizione ma una collaborazione. Abbiamo intrapreso anche l’allevamento dei lagotti. ottimi cani da tartufo, che diamo solo a persone selezionate.
Maria Claudia: Andare a cavallo, limitarsi all’ora di equitazione è una cosa, lavorarci per ore, viverlo è un’altra, ti rendi conto del perché ognuno di loro ha comportamenti diversi, lo stesso vale per i cani. I cani da tartufo sono fedeli a Marco, sono felicissimi mentre partecipano alla ricerca perché lui sta con loro per ore. È un dare e ricevere. Se potessimo avremmo ettari di terra in cui tenere tutti gli animali liberi, dar loro le necessità primarie, mangiare, bere, cure, in fondo non ti chiedono chissà che. Purtroppo nell’ambiente dell’equitazione spesso il cavallo viene visto come una macchina, intorno cui ruotano integratori e soldi.
Marco: Questo non significa che a noi non piacciano i cavalli sportivi, sono morfologicamente belli ed è un piacere vederli esibirsi. Quel che è prioritario è rispettare le loro prerogative, sono tutti differenti tra loro, si esprimono in maniera diversa. Per i cani vale la stessa cosa. Io rispetto loro quando lavorano in base alle loro caratteristiche, non ce n’è uno migliore o peggiore. Per lavorare bene devono essere sereni, i cavalli e i cani stanno bene con le altre specie se sono sereni.
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Veniamo ai tartufi. Dove si trovano?
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Il mistero del tartufo è proprio questo! Occorre imparare a riconoscere le piante simbionti. Il tartufo è un tubero, cresce sotto terra, a differenza del fungo, che cresce fuori e si nutre della decomposizione del sottobosco. Ve ne sono oltre 500 specie, solo 9 commerciabili e sono: bianco pregiato, bianchetto, nero pregiato, nero uncinato, tartufo nero, scorzone, tartufo nero liscio, tartufo moscato, mesenterico, ordinario. Tutti hanno un periodo di raccolta diverso, quindi ci sono tutto l’anno. Invece i funghi ci sono solo in certi periodi, ad esempio il porcino nasce a fine agosto/settembre. Le piante simbionti sono differenti per ogni tartufo. La quercia è una pianta superiore (come tutti gli alberi) simbionte del tartufo bianco. La pianta attraverso le radici scambia con il tartufo acqua e zucchero (cede acqua e riceve zucchero). Al momento della maturazione, il tartufo si stacca dalla pianta e per otto giorni emana un profumo attraente per numerose specie animali, finché non va in decomposizione. Il tartufo emette profumo come strategia riproduttiva, mangiato e defecato dagli animali che ne distribuiscono le spore. Si dice che il tartufo “respira”, ossia profuma, soprattutto in base alle fasi lunari. Nella notte di luna piena i tartufi si gonfiano, si crepano ed emanano un profumo fortissimo, in mezzo alle rughe il tartufo nero diventa rosso vivo, violaceo.
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Come viene commercializzato il tartufo da voi raccolto?
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Ogni anno proponiamo ai ristoranti i nostri tartufi, il nostro prezzo. C’è la borsa del tartufo, sulla quale ci basiamo, stabilendo prezzi più ragionevoli. Quando si tratta del bianco lo spediamo ai ristoranti con 3 Stelle Michelin (quelli di lusso), lavoriamo con i pochi presenti a Roma, proponendo solo tartufo fresco. Al ristorante usano spesso olio tartufato, con aromi e funghi tritati. Il nostro invece è 100% tartufo. Vendiamo barattolini sottolio, senza conservanti. Organizziamo anche gite al tartufo per turisti stranieri, nel bosco o in tartufaia naturale, di circa un’ora, con spiegazione in inglese e degustazione di prodotti locali, naturali, tutto compreso.
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Silvia Agabiti Rosei per World Wide Italy
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https://worldwideitaly.it/la-magia-dei-cavalli-la-ricerca-dei-tartufi/
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